lunedì 2 novembre 2015

Benvenuti in Erdoganistan, corvi in Vaticano e Scientology

Newsletter di Lunedì 2 Novembre 2015

Frase del giorno

 

Forse sull'uso della parola mafia per qualche magistrato occorre un vademecum…” #Palenzona

Paolo Madron

 

Cose turche

 

La nuova vita di Ahmet Davutoglu, nuovo premier turco. Così il primo ministro e il presidente Erdogan hanno vinto le elezioni in Turchia di domenica. Il primo passo? Sarà la riforma costituzionale.

 

Eppure la vittoria di Erdogan, che si riprende il parlamento dopo diversi mesi di frammentazione politica, non è priva di interrogativi. Tutti i dubbi dopo la vittoria dell’Akp.

 

Benvenuti in Erdoganistan! Com’è lontana la Turchia asiatica dall’occidentale Istanbul è l’interessante analisi sul voto di Politico Europe.

 

Sabbie arabe

 

Attenzione che gli iraniani potrebbero abbandonare i negoziati sulla Siria in corso a Vienna per via delle (enormi) tensioni con i sauditi. Lo racconta la Reuters.

 

Giusto per ripassare il caos, una bella guida dell’Atlantic sulla tragica guerra civile in Siria. E poi una mappa aggiornata sulla situazione a macchia di leopardo in Iraq.

 

Cosa c’è dietro la scelta di Obama di mandare truppe di terra in Siria? Non solo, ma soprattutto l’attivismo di Putin…

 

Ah, nonostante l’apertura che seguirà l’accordo sul nucleare l’economia iraniana resta affetta da problemi strutturali. Lo racconta bene il Guardian. Giusto per non farsi eccessive aspettative…

 

Il grande esodo

 

Un paese tedesco di 102 abitanti accoglierà 750 richiedenti asilo. A Sumte, nella Bassa Sassonia, i cittadini sono preoccupati e la destra si sta fregando le mani: il sindaco ha detto che tutti dimostreranno apertura e solidarietà.

 

Dice il Nyt che l’emergenza migratoria in Europa, a causa dell’inverno che incombe ma non solo, potrebbe persino peggiorare.

 

Non a caso per molti osservatori è questa la vera grande sfida per Angela Merkel. Più ancora della crisi greca e della moneta unica…

 

Se ne parla oggi

 

Corvi in Vaticano. Vatileaks, arrestati monsignor Vallejo e Francesca Chaouqui. La donna dopo essere stata trattenuta in Vaticano una notte è stata rimessa oggi in libertà perché ha collaborato. Il prelato, già segretario della Prefettura degli Affari economici e ora con lo stesso incarico all'Ufficio del Revisore, continua a essere detenuto Oltretevere. Sono accusati di aver divulgato i documenti riservati della commissione COSEA che sono alla base di due nuovi libri sulle finanze vaticane.

Caduta libera. Non è stato un guasto tecnico a far precipitare l’aereo russo A321 nel Sinai. La compagnia aerea Kogalymavia, proprietaria dell’Airbus, ha spiegato che l’aereo è esploso in volo a causa di “un’attività esterna”. A bordo c’erano 244 persone e non ci sono sopravvissuti. Cosa è successo davvero al velivolo precipitato? Le ipotesi in campo (Ps. Non si può escludere il terrorismo).

Il secolo asiatico. Corea del Sud, Cina e Giappone si sono incontrati ai massimi livelli dopo qualche anno di freddo e sembra che abbiano riallacciato rapporti commerciali e di sicurezza (leggi dispute territoriali) accettabili. Durerà?

Il mondo è streaming. Spotify non sta uccidendo l’industria musicale, ma non la sta neanche salvando. Lo scrive l’Atlantic (articolo tradotto in italiano da Internazionale).

 

Mappa del giorno

 

Come varia l’aspettativa di vita in Cina, da regione a regione (sovrapposta a quella degli altri paesi del mondo). Impressionante…

 

                                                                                                     

Argomenti di dibattito

 

In ordine sparso. Otmar Issing, il "padre fondatore" della politica monetaria della Banca centrale europea, parla al Foglio al margine di una conferenza all’Università di Heidelberg. L’economista ne ha per Draghi, “che ha fatto scendere la Bce in politica”, ma anche per Merkel che mette a rischio il contribuente tedesco…

Corsa alla Casa Bianca. Forse è ancora presto per darlo per spacciato ma sui grandi media Usa c’è chi lega le difficoltà di Jeb al declino politico dell’intera dinastia Bush. E’ davvero così?

Rivoluzione dal basso. Sapete cos’è la tecnologia Blockchain? E’ il database pubblico utilizzato per registrare le transazioni in Bitcoin ma soprattutto, per l’Economist, potrebbe rendere il mondo un posto decisamente diverso.

Food economy. Come si fa la classifica dei 50 migliori ristoranti del mondo? Il New Yorker racconta la bellissima storia della classifica della prestigiosa rivista "Restaurant”.

Effetti collaterali. Sembra che la “diversità” stia perdendo il suo (prezioso) significato (c’entra anche la Silicon Valley)…

 

Cose da sapere

 

Guerre di mercato. Per la cronaca, Google, Facebook, Verizon, Yahoo! (ma anche Comcast, Twitter e AT&T) hanno scelto il loro prossimo terreno di battaglia (c’entra la distribuzione e monetizzazione dei video).

Il grande freddo. Avviso ai naviganti: un recente studio della Nasa, in controtendenza, spiega che in Antartico sono più i ghiacci che si stanno formando di quelli che si stanno sciogliendo. Come la mettiamo?

Parola di scienziato. Ballare con gli amici è salutare, aiuta la socialità e la fiducia nei rapporti umani.

Il mestiere di vivere. I sei modi in cui cambierà il lavoro nel corso del 2016, messi insieme da Fast Company.

 

Ossessioni

 

Il sapore di una setta. Cronache dall'inaugurazione della nuova, enorme sede di Scientology a Milano. Che atmosfera si respira al gran gala di una setta?

Memento mori. Una bella storia interattiva su come la carne rossa è stata dichiarata possibile causa di cancro e sul perché c’è una sola sostanza che ufficialmente non causa il cancro (via Rivista Studio).

Cartoline dall’inferno. Perché l’El Salvator è diventato uno dei paesi più violenti della terra.

 

Mettetevi comodi

 

Evergreen. Il New Republic mette insieme due libri che celebrano le strade più affascinanti di New York e Parigi.

L’abito non fa il monaco. La strana storia dei missionari evangelici che lavoravano per la Cia in Corea del Nord.

Webapocalisse. Codici, profezie, conti alla rovescia: da John Titor a oggi, la rete crea storie sulla fine del mondo, alle quali ci piace sempre credere almeno un po'. L’apocalisse nel web.

Propaganda radio. Reuters racconta la storia di un network globale di radio cinesi “coperte” che veicolano, a partire dagli Usa e sotto il controllo del governo di Pechino, messaggi pro Cina.

Grazie, Grantland. Cosa ci lascia il miglior sito di sportswriting mai esistito, che viene chiuso da Espn dopo 4 grandiosi anni.

 

C’era una volta

 

È morto ieri Günter Schabowski, il funzionario della Sed che il 9 novembre 1989 annunciò per errore la caduta del Muro di Berlino. Passando alla storia…

 

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lunedì 26 ottobre 2015

Toyota batte Volkswagen e Rossi abbatte Marquez

Newsletter di Lunedì 26 Ottobre 2015

 

San Rogaziano, amministrò la chiesa a Cartagine.

 

Titoli. La rivolta delle tasse va al contrario e così, in un epilogo arcitaliano, a guidare la sommossa contro il governo non è la Lega dell’arruffone Salvini né il (fu) partito liberale di massa (e tassa) di Berlusconi, tantomeno il Partito democratico dell’equità, no la rivolta arriva dai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate. In quattrocento hanno fatto causa al governo perché si sentono “degradati”. Ma in realtà siamo al picco sismografico di una vicenda che ha un peccato (poco originale) fin dal principio dell’era renziana: la scelta di Rossella Orlandi a capo della struttura chiave per le casse della Repubblica. Ella, altissimo dirigente dello Stato, andò alla Leopolda renziana: molto zelo politico, zero senso del ruolo. E alla fine, basta avere un po’ di pazienza, tutto torna. Primo caffè, Corriere della Sera: “Fisco, la rivolta dei dirigenti”. Catenacccio: “Colloquio Orlandi-Padoan. La numero uno delle Entrate sotto assedio: resisto”. Cosa vuol dire resisto? Non è Fort Apache, è una delle principali strutture dello Stato che ha un problema serio di gestione del personale. E lei, la Orlandi, è il capo. Altro sul Corriere? Fase milanese. Un sondaggio sulle sfide per il sindaco: “Sala davanti a Del Debbio” (sembra una corsa di cavalli al circuito di San Siro). E un titolo su Expo che sta per chiudere (con successo) i battenti: “Visto il Giappone? È il più bello all’Expo”. Squaderno Repubblica, andiamo direttamente su Marte: “Il piano di Marino per restare sindaco”. Manifestazione in Campidoglio al grido di “non vi deluderò”. Che spettacolo. E il grido finale, la frase di Che Guevara, “siamo realisti, vogliamo l’impossibile”, dalla giungla alla Suburra. Che Marino. List non ha mai avuto dubbi sulle reali intenzioni (distruttive) di Marino, sono quelle del Pd, di intenzioni, che restano un mistero kafkiano. Complimenti a Matteo Orfini commissario del Pd romano, ridicolizzato dal marziano vintage (tunina). Cosa dicono della faccenda ar Messaggero? Ecco il titolone: “Marino tratta, lo stop di Renzi”. Che farà il Pd? In via del Tritone dicono che “il Pd potrebbe sfiduciarlo in consiglio comunale”. Punto già messo nero su bianco dal Foglio qualche giorno fa con un sollecito diretto al prode Orfini: “Il conto che Marino deve pagare non sono gli scontrini”. Attendiamo ancora la risposta del commissario del Pd romano. Andiamo oltre? Dai, si vola all’estero con La Stampa che apre sulle vicende dell’Est Europa: “Polonia, vince la destra anti-Ue”. Grande dibattito a Cuneo. Altro? Giro di titoli. Il Giornale in piena fase ispettore Callaghan: “Perché ho sparato al ladro”. Quello della pistola fumante, il pensionato di Vaprio che ha fatto secco il ladro e ha il gran torto di non aver chiesto prima il permesso di sparare a uno che, in fondo, era solo penetrato in caso sua all’una di notte e mostrava chiaramente intenzioni amichevoli. Titolo a reti unificate di Carlino-Giorno-Nazione: “Marò, l’imbroglio delle rotte”. Pare che gli indiani abbiano taroccate la posizione delle due barche. Pare. Attendiamo la vibrante protesta della Santa Sede anche su questo complotto. Buona giornata.

 


Valentino Rossi (foto LaPresse)


 

L’idraulico polacco va a destra. Lo era anche prima, solo che i quotidiani soffrono di amnesie e fanno titoli da scoppio della guerra: la Polonia nazionalista oooohhhh… Il voto è certo influenzato dallo scetticismo nei confronti di Bruxelles e Berlino, ma i rapporti tesi con la Russia sono un filo conduttore più spesso di quanto s’immagini. I polacchi hanno punito la coalizione di governo nonostante l’economia sia cresciuta del 50 per cento da quando ha aderito all’Unione europea nel 2004. Così al potere torna Jaroslaw Kaczynski, già primo ministro nel 2006. Porte girevoli, in Polonia. E occhio a Mosca.

 

Toyota batte Volkswagen. Il produttore di automobili giapponese riconquista il podio mondiale con 7,49 milioni di autoveicoli venduti nei primi nove mesi dell’anno. Volkswagen è al secondo posto con 7,43 milioni di autoveicoli venduti. Il dieselgate? Non c’entra nulla con il calo della casa tedesca, lo scandalo è scoppiato a metà settembre, gli effetti si vedranno nell’ultimo trimestre dell’anno.

 

Renzi filatelico. Il presidente del Consiglio è in viaggio di Stato in Sudamerica. Oggi è a Lima, in Perù. Battuta filatelica: “Stavolta non emetteremo nessun francobollo per celebrare la visita in Perù...". Renzi si riferisce al francobollo emesso per la visita del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi in Perù. Le Poste sbagliarono i confini del paese sudamericano e il francobollo fu ritirato dal mercato.

 

Omicidio stradale. Alla Camera comincia la discussione della legge sull’omicidio stradale. Pene previste: dagli otto ai dodici anni di carcere. In alcuni casi, (fuga del conducente, etc.) la pena massima sarà di 18 anni.

 

Missili russi. Via Agi: “I dipendenti della società russa "Tactical Missiles Corporation" sono passati a un regime di lavoro di tre turni per soddisfare l'aumento della domanda per la fornitura di armi da guerra, legata all'intervento militare di Mosca in Siria”.

 

Il Dottore. La notizia che al bar tra cappuccio, espresso e caffè ar vetro tutti commentano stamattina è quella di Valentino Rossi che tira giù Marquez dalla moto. E’ andata così? Altro che moviolone di Biscardi, la piazza elettronica è al massimo dei giri per scoprire chi ha ragione. Come impaginano il fatto i giornali? Gazzetta: “Così non Vale. Rossi perde la testa e si gioca il mondiale (?) Ma ha iniziato Marquez”. Titolo chilometrico. Carlino-Nazione-Giorno: “Rossi di rabbia”. Repubblica: “Vale, un calcio al titolo. In Spagna partirà ultimo”. La Stampa: “Rossi-follia, adesso il mondiale è a rischio”. Il Corriere della Sera, in fase Tafazzi, relega la faccenda a un titoletto sopra la testata: “Follia di Valentino. Mondiale a rischio”. Il Giornale scrive la cosa che più o meno pensano tutti: “Gli spagnoli tolgono il mondiale a Vale”. Perché questo è il punto della questione: Marquez e Lorenzo hanno inciuciato in pista per far cadere Rossi.

 

26 ottobre. Nel 1881 a Tombstone, Arizona, ha luogo la sparatoria all'O.K. Corral, il più celebre duello del Far West. E’ anche la leggenda di Wyatt Earp: sceriffo, ladro di cavalli, giocatore d’azzardo, gestore di Saloon. Una biografia movimentata.

 

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venerdì 23 ottobre 2015

Isis contro Israele, caos Marino e i diamanti De Beers

Newsletter di Venerdì 23 Ottobre 2015

Frase del giorno

 

Tantissimi assenteisti del comune di Sanremo, nei loro post su Facebook, attaccavano la corruzione e la politica. L’ipocrisia dei moralizzatori…”

Jacopo Iacoboni

 

Sabbie arabe

 

Il presidente russo Vladimir Putin dice che il presidente siriano Assad sarebbe pronto a lavorare insieme ad alcuni gruppi ribelli per combattere lo Stato islamico. Sarà vero? Intanto il Segretario di Stato Usa John Kerry annuncia una nuova conferenza internazionale sulla Siria.

 

Adesso Isis minaccia (anche) Israele in un video in ebraico: “Presto vi attaccheremo” mentre Foreign Policy ha incontrato Brett McGurk, il nuovo zar Usa anti Califfato.

 

Ah, per combattere le sirene dello Stato islamico il mondo musulmano avrebbe bisogno di un proprio corpo di pace, scrive Quartz.

 

Infine il bel reportage del Washington Post su Kunduz, la città afghana cuore dello scontro tra la coalizione internazionale e la risorgenza talebana.

 

Elezioni, elezioni

 

L’Economist spiega perché la noiosissima stabilità polacca potrebbe finire con il voto di domenica.

 

La fine dell’era Kirchner in Argentina e le 10 parole per capire le elezioni di domenica nel paese sudamericano.

 

Attenzione che Erdogan in Turchia sta smarrendo la sua arma migliore: la crescita economica (e il primo novembre si vota).

 

Se ne parla oggi

 

Nuvola d’oro. La verità è che Amazon, Google e Microsoft stanno facendo un sacco di soldi grazie ai servizi cloud.

Nel cuore dell’Europa. Un bel pezzo di Jacopo Barigazzi sul primo anno di Donald Tusk alla guida del Consiglio europeo. A proposito: Brexit? Mica troppo. Il presidente cinese Xi Jinping in visita in UK ha detto di augurarsi di vedere presto un’Europa unita…

Parola di Draghi. La Bce potrebbe davvero essere finita prigioniera in una trappola di liquidità. Lo spiega bene Intermarketblog.

Le fatiche di Hillary. Hillary Clinton ha decisamente superato la lunghissima audizione sull’attentato a Bengasi. Qui il Washington Post spiega perché se l’è cavata così brillantemente (con qualche scenario sulla corsa alle presidenziali).

La Chiesa di Francesco. Tante domande e poche risposte nel testo finale del Sinodo. Nel frattempo il neurochirurgo giapponese tirato in ballo per il supposto tumore del papa rompe il silenzio: “non ho mai curato Bergoglio…”

Circo Massimo. Il pasticcio Marino e l’irresponsabilità del Pd. Quando un partito delega alle procure la risoluzione dei suoi problemi succede sempre che le non scelte poi si pagano più di una cena in osteria pagata con le carte di credito sbagliate.

 

Mappa del giorno

 

I dati Cerved sui fallimenti d’impresa dicono che in Italia il picco della crisi è alle spalle, ma gli effetti si sentiranno ancora per un po’ (via Gianluca Baldini)…

 

 

Argomenti di dibattito

 

Corsa alla Casa Bianca. E se davvero fosse scomparso il centro nella politica americana? Un’ interessante riflessione del New Yorker.

Carissimi nemici. E’ probabile che la geopolitica e le divergenze in politica estera stiano incrinando il fronte dei mitici paesi Brics.

A ciascuno il suo. Finalmente arriva anche in Italia Netflix, la società che offre film e serie in streaming. Come cambierà il nostro panorama televisivo? Nei primi tempi è probabile che si affermi un modello complementare di fruizione da parte dei consumatori. Ma poi a soffrire saranno soprattutto le pay tv.

Lotta ai tumori. Perché sul cancro sappiamo ormai tantissimo ma è ancora così letale? Se lo chiede Aeon.

Non ci sono più le mezze stagioni. Mashable si domanda se la violenza dell’uragano Patricia sia un antipasto di quel che dobbiamo aspettarci dal climate change…

 

Cose da sapere

 

La Cina è vicina. Lo sboom dell’economia cinese spiegato in questo bel video di Vox. Nel frattempo Pechino taglia ancora i tassi d’interesse. Basterà?

Il futuro del lavoro. Un terzo dei lavoratori dei Paesi avanzati potrebbe andare in pensione nei prossimi 10 anni, dice McKinsey. E’ un numero enorme!

Saremo alleati? Perché è Roma la porta d’ingresso del business iraniano in Europa.

 

Ossessioni

 

Big G. I dietro le quinte del lavorare a Google (in una web series ideata da due impiegate del colosso tech).

Puntura di spillo. Perché è sbagliato scappare dalle vaccinazioni. E soprattutto: come sarebbe un mondo senza vaccini?

Vendo tutto. Cinque app gratuite che possono aiutarvi a vendere tutto ciò che volete.

 

Mettetevi comodi

 

Bartleby, lo scrivano. Una meravigliosa storia interattiva di Wall Street by Slate.

Un diamante è per sempre. In Botswana sulle tracce del colosso De Beers, tra scoperte elusive e un mercato delle pietre preziose in difficoltà.

Doppia vita. La storia incredibile del muratore canadese che di notte si trasforma in cacciatore di pedofili. La racconta Vice.

Il grande esodo. Un vibrante reportage del Nyt che ha seguito per alcuni mesi una famiglia siriana in viaggio disperato per l’Europa.

Orgoglio e tradimento. Jorge Jesus, dopo grandi vittorie in 6 anni al Benfica, allena i grandi rivali dello Sporting Lisbona. Ora dovrà tornare al Da Luz, da ospite poco gradito. Una storia molto, molto particolare.

 

Ieri come oggi

 

Trent’anni di storia, diciotto titoli ufficiali, cinque spin-off, un cartone animato, diversi cameo. Semplicemente Zelda la leggendaria…

 

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Il Pd deve sfiduciare Marino

Newsletter di Venerdì 23 Ottobre 2015

San Giovanni da Capestrano. Fu giurista e difensore di San Bernardino.

 

Titoli. Strade, appalti, mazzette, retate, ticket, papi, cardinali, vendette, complotti, balle. Prime pagine psichedeliche stamattina. Gli arresti all’Anas sono l’indietro tutta automatico sul racconto dell’Italia, così anche la manovra a zero tasse del premier finisce per essere liquidata come una finanziaria della Prima (e Seconda) Repubblica. E’ questo il ritratto del paese? O c’è altro dietro la scena? Primo caffè, Corriere della Sera: “Anas, la rete delle tangenti”. Catenaccio: “Ex sottosegretario pd tra i 10 arrestati. Nelle intercettazioni citato un ministro”. Non può mancare l’intervista al magistrato, la spalla del Corriere ospita nientemeno che Sua Eccellenza il procuratore capo del Tribunale di Roma, Giuseppe Pignatone: “Gli episodi accertati confermano una grande pervasività della corruzione e della cattiva gestione del denaro pubblico, a volte offrendo un quadro perfino deprimente”. Ci voleva, per partire bene con la giornata. Altro? C’è un titoletto di taglio basso su Marino, un francobollo da incollare sulla cartolina con un “ciao caro”: “Marino, polizza prima di lasciare”. Che sagoma, Ignazio, talmente sicuro del fatto suo che stipula l’assicurazione per danni erariali fino a 5 milioni. Andiamo avanti, diamo una sbirciata a Repubblica: “La grande retata dell’Anas”. Al tintinnìo delle manette, scatta il titolone. A centro pagina il tema che dimostra la resistenza della classe non dirigente ma di certo digerente: “Manovra scontro governo-regioni”. Renzi taglia, Chiamparino si dimette dalla presidenza della Conferenza Stato-Regioni: “Ci hanno tolto un miliardo”. In effetti, potevano levargli di più, visti i bilanci, gli sprechi, le follie contabili delle Regioni. Altro che le province, sono le regioni da abolire, fino al 1973 non c’erano e stavamo tutti benissimo. Anche al Comune di Sanremo stanno tutti benissimo, così apprendiamo da La Stampa:  “A Sanremo i furbetti del cartellino. Indagati 3 dipendenti comunali su 4”. Sommarietto istruttivo: “Colazioni, gite in canoa, e la figlia del custode col badge. Sotto inchiesta 196 impiegati e dirigenti, 35 ai domiciliari”. Anche i Comuni, figuriamoci, battono cassa e protestano contro la manovra di Renzi. Avanti tutta. E occhio ai ticket, scrive il Messaggero: “Sanità, ticket a rischio aumento”. Altre notizie dalla Capitale? C’è Marino, ma lui su List ha conquistato un suo spazio fisso, pazientate solo qualche riga. Notizie? Perbacco, l’oroscopo di Branko: “Scorpione, di slancio verso una fase nuova?”. Di che segno è Marino? Meglio fare un altro giro di titoli. Il Giornale è nei panni del commissario Basettoni: “Raccomandazione alle Questure: nascondete i crimini dei profughi”. Libero è in fase ospedaliera: “Così aumentano tasse e ticket”. MF è allo sportello: “Poste in Borsa a 6.75 euro”. Il Sole 24Ore ha il termometro dei mercati: “Effetto Bce su borse e tassi”. E poi, uno sprazzo di realtà sull’economia del Paese: “Ora l’Italia attrae i grandi investitori”. Ecco, se fosse tutto come viene raccontato dai peggioristi in servizio permanente effettivo, nessuno dal Kuwait e dagli Stati Uniti verrebbe a comprare le azioni delle Poste. Aggiornate la matrice del ciclostile. Buona giornata.

 

Marino assicurato. Marino, dicevamo, ha chiesto la polizza d’assicurazione qualche giorno fa, il 7 ottobre. Ha uno sguardo lungo, pensa di restare a lungo. E lo dice candidamente, con sprezzo del ridicolo, in un’intervista a Repubblica: “Io, gli scontrini e il Papa. Roma sta con me, ora voglio convincere il Pd”. Mal di testa? Prendete l’aspirina, mettetevi comodi, respirate profondamente, c’è altro: “Non era mia moglie a quella cena. In Curia ho nemici per le unioni civili. La città mi chiede di restare sindaco. Se fanno le primarie mi candido ancora”. Matteo Renzi è in viaggio in Sudamerica e sarà per questo che leggere Marino è roba da carnevale carioca, ma un dato è ormai chiaro: il Pd deve sfiduciare Marino. Non lo fa? Allora è ufficiale che Roma è un ufficio distaccato del pianeta rosso e Flaiano dovrà scrivere dall’aldilà un nuovo capitolo di Un Marziano a Roma.

 

Il complottone in Vaticano. E’ tutto un fiorire di corvi e Satana in ogni pertugio del Vaticano. Le pagine dei giornali abbondano di retroscenisti a caccia di spiriti maligni. Ma il plot cospiratorio è talmente fondato che Repubblica lo scaccia dalla prima pagina, ma il Corriere ha in pagina il Penitenziere Maggiore, il cardinal Piacenza che mette le cose a posto: “Sinodo unito. Gli attacchi ininfluenti”. Il Sinodo è così unito che Il Messaggero fa questo titolo da Stephen King: “Sinodo, si chiude tra i veleni. Papa mediatore”. Se è unito perché c’è un mediatore? Misteri della fede. Leggere cosa scrive Franca Giansoldati sul giornale romano: “I numeri non lasceranno spazio a troppe speculazioni sul fatto che la spaccatura esiste eccome. Ieri, dopo l’annuncio del Papa di accorpare tre pontifici consigli (laici, famiglia, vita) per creare un unico dicastero, è stato persino rispolverato il Manuale Cencelli”. Meraviglioso. Altre bolle papiste? Il Quotidiano nazionale si difende dall’assalto della fotocopiatrice anti-cospirazionista. Scrive il direttore Andrea Cangini: “…che rapporto c’è tra l’outing omosessuale del cardinal Charamsa alla vigilia del Sinodo, la lettera anti-Francesco che sarebbe stata firmata da 13 cardinali a inizio ottobre e la notizia sullo stato di salute del Papa pubblicata mercoledì dal nostro giornale? Con tutta evidenza nessuna, ma per qualcuno fa tutto parte di uno stesso piano volto a “delegittimare papa Francesco”. Ci sarebbe da ridere, se la questione non fosse seria”. Non c’è da ridere, ma da leggere Giuliano Ferrara sul Foglio: “La grande balla del complotto contro il Papa”. Passaggio chiave: “Ovvio che un giornalista un po’ più individualista di quello Collettivo avrebbe dovuto domandarsi: ma se è un complotto di avvoltoi, perché il leak parla di una macchiolina ininfluente invece che di un male grave, di un pericolo imminente e potenzialmente invalidante? Ma pensarla così vuol dire rinunciare alla denuncia della controrivoluzione in cammino e ai frutti che si spera di ricavare dal giusto orrore che la gente prova per i colpi bassi e altre mene subdole”. Tanti saluti ai Dan Brown alla vaccinara.

 

Renzi in Sudamerica. Matteo Renzi è in visita di Stato in Sudamerica. Programma lungo, delegazione di imprese italiane al seguito. Oggi, domani e domenica sarà a Santiago del Cile: incontro con la presidente Michelle Bachelet, accordi commerciali e visita incorporata a Macchu Picchu. Lunedì si vola in Perù, a Lima, dove lo attende il primo ministro Pedro Cateriano. Martedì è il Colombia day, si va a Bogotà per stringere la mano (e accordi commerciali) con il presidente Juan Manuel Santos. Mercoledì gran tour di Cuba e summit con il presidente Raoul Castro.

 

Industria, agosto freddo. Via Agi: “Su base mensile, segnala l'Istat, gli ordinativi scendono del 5,5%, con cali del 7,4% per quelli interni e del 2,8% per quelli esteri. Nel confronto con il mese di agosto 2014, l'indice grezzo degli ordinativi segna invece un aumento del 2,1%. L'incremento più rilevante si registra nei mezzi di trasporto (+14,3%), mentre la flessione maggiore si osserva nelle industrie tessili (-6,5%). Per quanto riguarda il fatturato, al netto della stagionalità, ad agosto registra una diminuzione dell'1,6% rispetto a luglio, con variazioni negative sia sul mercato interno (-2,2%) sia su quello estero (-0,5%). Nella media degli ultimi tre mesi, l'indice complessivo registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti con variazioni identiche per il fatturato interno ed estero”. C’è ancora molto da lavorare sul piano interno. E, ancora una volta, l’industria è trainata dal settore dell’automobile e del trasporto: + 14,3% Corre solo la Jeep di Marchionne.

 

23 ottobre. Nel 2002 a Mosca comincia la crisi del Teatro Dubrovka. Terroristi ceceni prendono in ostaggio 800 persone. La crisi durerà tre giorni. Conclusione drammatica: le forze speciali russe immettono nel sistema di ventilazione del teatro una sostanza chimica (il fentanyl) che paralizza e uccide. Moriranno 129 ostaggi e 39 terroristi.

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L’agenda liberale di Forbes che servirebbe anche da noi

«I mercati sono sempre descritti freddi quando invece sono tutto il contrario: portano alla cooperazione, abbattono barriere, e lo fanno soddisfacendo bisogni e desideri del prossimo. Si può non può amare il prossimo, ma si vuole vendere al prossimo. Tirano fuori il meglio della natura umana». Un manifesto liberale da incorniciare e da regalare a chi, come il professor Luciano Gallino di recente su Micromega – il titolo dell'articolo non necessita di commenti ulteriori: "La lunga marcia dei neoliberali per governare il mondo" –, straparla di neoliberismo e di poteri forti.

Firmatario di questo manifesto è Steve Forbes, direttore ed editore della celebre rivista di affari nota come "lo strumento del capitalista", che ha recentemente rilasciato un'intervista al magazine libertario Reason raccontando i mercati ed il governo e delineando il suo profilo ideale di candidato repubblicano. Il suo studio è uno di quelli in cui si alterneranno i candidati repubblicani in cerca di preziosissimi endorsement di rilievo e di ingenti somme di denaro da destinare alla campagna elettorale. Due volte candidato alle primarie repubblicane nel 1996 e nel 2000, al fianco di Rudy Giuliani prima e John McCain dopo nel 2008, il sessantottenne Forbes è un conservatore sociale che da sempre unisce le ricette economiche della Reaganomics a posizioni nette su tematiche sociali e religiosi, opponendosi a matrimoni omosessuali, aborto e abolizione della pena di morte.

Dall'affollato e rissoso campo dei candidati repubblicani alla nomination presidenziale Forbes si taglia fuori ma non lascia scappare l'occasione per entrare a gamba tesa su alcuni temi della campagna. Il primo è la tassazione, tema in discussione anche nel nostro Belpaese. La ricetta di Forbes è quella flat-tax, proposta da noi da Matteo Salvini. Oltreoceano sono diversi i candidati a condividere l'aliquota unica, dal senatore texano Cruz ai governatori Walker e Kasich. L'editore prende a modello il piano del candidato libertario Rand Paul, senatore del Kentucky, che promette un'aliquota secca del 14,5% su un imponibile più ampio possibile escludendo detrazioni, esenzioni e deduzioni. Perché superare le due aliquote? Forbes cita il candidato Rubio, senatore della Florida: «La sua proposta prevede due fasce. E quando si mettono due aliquote, è come mettere due conigli insieme: si moltiplicheranno. È meglio averne una sola così quando qualcuno vorrà apportare delle modifiche non potrà dire "Oh, quel tizio pagherà e tu no"». Economia virtuosa e tasse basse aumentano le entrate statali come prova il caso di Hong Kong. L'aumento del deficit è l'obiezione che viene sempre mosse a queste ricette. Risposta di Forbes: «Se lo stato spenderà troppo, certo che aumenterà».

Forbes tocca anche il tema dell'austerità con esplicito riferimento alle politiche europee e al caso Grecia. Ciò che l'editore contesta alla Grecia è l'elevata tassazione – a differenza delle vicine Bulgaria e Macedonia, le cui economie pur rallentata dalla crisi mondiale sono assai più in salute – e alle istituzioni le ricette di tagli alla spesa pubblica senza riduzione dell'imposizione fiscale. La risposta sono i programmi di crescita alla maniera britannica con il taglio dei dipendenti pubblici passati da 6,3 a 5,3 milioni con un ulteriore taglio di 700.000 previsto nei prossimi cinque anni.

Dopo un rapido passaggio sull'Obamacare e sulla necessità di portare la sanità nei mercati che generano concorrenza e possibilità di scegliere, Forbes si concentra sul partito repubblicano che ha lasciato ai democratici il primato morale in campo economico che dal New Deal in avanti professano che il loro credo: «Potremmo finire per fare più male che bene ma il nostro cuore è dalla parte giusta e chi è contro di noi è contro il popolo». E così si giustificano le follie spese del governo centrale. La superiotà dem si riflette anche, grazie alle campagne mediatiche del partito dell'Asinello, sull'approcchio degli elefantini, passati in pochi anni da pro-immigrazione ad anti-immigrazione. Oggi è il magnate Donald Trump a farla da padrone con i suoi insulti alle comunità ispaniche, dimentico del fatto che proprio quegli elettori fecero mancare il loro contributo a Mitt Romney nelle presidenziali del 2012 condannandolo alla sconfitta. Ma le stesse che misero in discesa la strada di George W. Bush verso la Casa Bianca nel 2004.

Fonte: l'intraprendente

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giovedì 22 ottobre 2015

La vera differenza tra il caso di Barracciu in Sardegna e quello Marino a Roma




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Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Newsletter di Giovedì 22 Ottobre 2015

San Giovanni Paolo II. Ventisei anni di pontificato, un gigante della fede e della libertà. Nato a Wadowice il 18 maggio 1920 è morto il 2 aprile 2005.

Titoli. In Vaticano c'è un complotto ogni settimana. Davvero interessante come plot narrativo di un pontificato. La malattia del Papa domina i quotidiani. Il Vaticano ha smentito la notizia data ieri dal Quotidiano Nazionale che, a sua volta, ha confermato tutto. Non solo, oggi il titolo a reti unificate di Carlino-Giorno-Nazione è il seguente: "Papa malato, ecco i riscontri". Catenaccio: "La casa di cura conferma: a gennaio viaggio urgente del chirurgo Fukushima in elicottero. Il prof postò una foto: eccomi in volo da Pisa al Vaticano. Padre Lombardi: «Un polverone»". Primo caffè, Corriere della Sera: "Il Papa: falsità sulla mia salute". E questa è la versione della Santa Sede. L'altra? Missing. Ci sarebbe da sciropparsi su tutta la vicenda un commento titolato così: "La trappola per delegittimare il Pontefice". E' l'ora del caffè, andiamo oltre. Ma che fa Repubblica? Hanno le stesse lenti del Corriere (citofonare Ezio Mauro) e vedono il complotto, "il fumo di Satana" finisce in rotativa: "Non è vero che il Papa è malato. L'ombra del complotto in Vaticano". Quindi, riepiloghiamo: dopo la lettera dei 13 cardinali che criticavano la gestione del Sinodo – lettera rivelata dal vaticanista Sandro Magister e confermata da America magazine, rivista dei Gesuiti di New York – ecco spuntare un altro complottone che stavolta punta al corpo e non solo allo spirito di Papa Francesco. Nota sulfurea a margine: il racconto del Papa che lotta contro un'eterna cospirazione non fa bene alla missione di Bergoglio, sembra un gioco di fumo e specchi che alla fine confonde la figura del Papa e lo fa apparire davvero come uno "venuto da lontano". Troppo. Cari vaticanisti, credere è un conto, obbedire un altro. Il titolo più intrigante di Rep. oggi è a centro pagina, intervista alla presidente della Rai, Monica Maggioni: "Uomini e talk show, alla Rai cambieremo tutto". Ottimo e abbondante. Altro dal ciclostile vaticanista? La Stampa: "Il Papa sta bene" Francesco, l'ombra del complotto". Tutti uguali. Il Messaggero: "Non è malato, veleni sul Papa". Il Giornale passa alle conclusioni: "Chi vuole morto il Papa". Esaurito il capitolo Dan Brown, vediamo se ci sono notizie da qualche parte. Intanto segnalo il pragmatico titolo dell'editoriale di Vittorio Feltri sul Giornale: "Meglio un bandito al cimitero". Da leggere Adriano Sofri su Repubblica: commenta i salti acrobatici senza rete del Benjamin Netanyahu che dice che fu il Muftì a ispirare lo sterminio degli ebrei a Hitler. Sul Messaggero Mario Ajello si diverte a dipingere il ritratto di quella sagoma di Ignazio Marino: "L'ultima di Marino: verifica in aula Acrobazie di un arcitaliano a Roma".  Money? Sul Sole 24Ore: "Ferrari corre a Wall Street. Fca riapre il dossier alleanze". Vrooom! Buona giornata.



Francesca Barracciu (foto LaPresse)


Romanzo Marino. Continua e provocare cortocircuiti. Singolare l'apertura di Repubblica: "Spese pazze, via dal governo la pd Barracciu". E' il caso delle dimissioni del sottosegretario Francesca Barracciu, rinviata a giudizio per le spese del consiglio regionale della Sardegna. In realtà il titolo è un gioco di analogie con il caso Marino, ma il tema centrale dell'avventurosa stagione dell'Ignazio in Campidoglio, cari amici di Rep., non è quello della scontrinite acuta: Marino è unfit, inadatto a governare la capitale, ecco perché deve andare a casa. E' un caso clinico-politico, non di contabilità da osteria. Dovrebbe capirlo anche Matteo Orfini, commissario del Pd a Roma, che la faccenda si risolve con la sfiducia piena, formale, pubblica, dichiarata nell'Assemblea capitolina. La reductio del caso Marino a problema di ricevute, libro mastro e ragioneria del Campidoglio è una falsificazione della storia: il sindaco in due anni ha prodotto un crash politico, sì irrorato di vintage tunina, ma colmo soprattutto di incapacità. Che il Pd lo sfiduci, faccia politica.

Draghi a Malta. Giornata molto attesa per la riunione della Bce. C'è chi si aspetta un nuovo round di soluzioni per stimolare la crescita. Deflazione? Missing in action. Vediamo cosa dirà alle 14.40 Super Mario nella conferenza stampa a Malta. Qui il webcast.

Eurotunnel ko per i migranti. Le continue interruzioni del traffico ferroviario nel tunnel sotto la Manica hanno provocato un crollo del traffico del 33 per cento.

Sei miliardi di sterline. E' l'investimento della Cina nel nucleare del Regno Unito. La centrale di Hinkley Point nel Somerset sarà per un terzo di proprietà dello stato cinese. L'investimento complessivo è pari a 18 miliardi di sterline. La visita di Xin Pi a Londra sta dando buoni frutti. Cameron festeggia.

22 ottobre. Il presidente J.F. Kennedy va in tv e in uno storico discorso annuncia che gli aerei spia americani hanno fotografato le postazioni missilistiche della Russia nell'isola di Cuba. Comincia la crisi dei missili.

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